Come perdere una cattiva abitudine

Appassionati di crescita personale o meno, tendiamo sempre a “creare” nuove abitudini. Ma quando si tratta di perdere una cattiva abitudine, come possiamo fare? Vediamolo insieme in questo articolo!

Perché “cediamo” alle cattive abitudini

Innanzitutto, che cosa intendiamo per cattiva abitudine?

Una cattiva abitudine è un’attività che ripetiamo in modo più o meno automatico e che ha, nel breve o nel lungo periodo, conseguenze negative per la propria salute, il proprio benessere o le proprie relazioni.

Così come succede per le buone abitudini, anche le cattive abitudini hanno un fondamento scientifico che ci permette di comprendere qual è il meccanismo alla base del radicarsi di una cattiva abitudine. Infatti, acquisire la consapevolezza di avere un’abitudine che non è positiva e sana per noi stessi è il primo e fondamentale passo per poter intraprendere un percorso di cambiamento.

Tutte le abitudini, positive o negative, trovano le loro fondamenta nella ricerca di una gratificazione immediata. Questa gratificazione rilascia una sostanza nel nostro cervello, la dopamina, che crea un senso di benessere diffuso. Queste azioni diventano abitudini, ovvero un ciclo che nasce da retroazione da dopamina. Quando aumenta la dopamina, aumenta anche la nostra motivazione a ripetere quell’azione. Il nostro cervello impara a ripetere quindi le azioni che ci fanno sentire bene sul momento, nonostante siamo coscientemente consapevoli dei danni a lungo termine nel caso si tratti di una cattiva abitudine.

Esempi di cattive abitudini sono:

– Fumare

– Procrastinare (se non sai di cosa parlo corri a leggere questo articolo)

– Consumare troppo cibo spazzatura

– Usare troppo lo smartphone…

Le tre fasi per la creazione delle abitudini

Per capire come perdere una cattiva abitudine, dobbiamo comprendere quali sono le fasi che consentono ad un’abitudine di instaurarsi.

Fase 1 – Segnale

Le abitudini, che siano positive o negative, si formano attraverso le associazioni nel nostro cervello. Quando si presenta un desiderio, il cervello identifica un’azione da compiere e la associa allo stimolo. Nel tempo, con la ripetizione di questo segnale, il cervello, grazie alle esperienze precedenti, anticipa e consolida l’azione di risposta, dando origine alla formazione dell’abitudine.

Il segnale rappresenta quindi una condizione, sia esterna che interna, che funge da elemento scatenante per attivare il comportamento automatico associato all’abitudine. Questo segnale può essere un’emozione, un luogo, un’ora del giorno, lo stato emotivo o le azioni precedenti compiute. Una volta riconosciuto il segnale, si attiva la routine, ovvero il comportamento automatico che ne consegue immediatamente.

Fase 2 – Routine

La fase di routine nella formazione di un’abitudine rappresenta il comportamento automatico che si attiva in risposta al segnale.

Una volta che il segnale ha innescato la routine, il cervello esegue automaticamente la sequenza di azioni associate all’abitudine.

Per esempio, se il segnale è lo stress, la routine potrebbe essere mangiare cibo spazzatura per trovare sollievo. La ripetizione costante di questa sequenza segnale-routine contribuisce alla formazione e al rafforzamento dell’abitudine nel cervello.

Fase 3 – Gratificazione

La terza fase rappresenta il momento in cui il cervello rilascia la dopamina, che genera un senso profondo di soddisfazione o piacere dopo aver completato la routine associata all’abitudine. Questa gratificazione rinforza il legame tra segnale e routine, contribuendo al consolidamento dell’abitudine.

Ad esempio, se la routine è mangiare cibo spazzatura in risposta allo stress come parte di un’abitudine dannosa, la gratificazione potrebbe derivare dalla sensazione di sollievo o piacere che si prova dopo aver consumato quel cibo.

Esempio delle tre fasi di un’abitudine

Come perdere una cattiva abitudine

Ora che hai chiari i meccanismi e le fasi che portano all’instaurarsi di un’abitudine, vediamo come perdere una cattiva abitudine. Personalmente ho trovato molto utili i consigli illustrati da James Clear nel suo libro “Piccole abitudini per grandi cambiamenti”, che ti illustro di seguito:

  1. Rendila inaccessibile: evita il più possibile le situazioni o gli ambienti in cui il segnale di quell’abitudine si manifesta. Se per esempio sei dipendente da cibi spazzatura, evita di averli a disposizione in casa.
  2. Rendila sgradevole: Osserva la tua abitudine e riformula la visione legata ad essa. Metti in evidenza i benefici che otterresti evitando la cattiva abitudine. Nell’esempio del punto precedente, non mangiare cibi spazzatura ti permette, ad esempio, di migliorare il tuo aspetto fisico e la tua salute e di avere controllo sul peso.
  3. Rendila difficile: se compiere quell’azione routinaria negativa è semplice e a portata di mano, aumenta il numero di passaggi per effettuarla.
  4. Rendila insoddisfacente: in ultimo, rimuovi l’effetto di soddisfazione legato a quell’abitudine. In che modo? Applicando i punti precedenti e associando alla cattiva abitudine emozioni e sensazioni sgradevoli.

Adesso non hai più scuse, sei pronto quindi ad abbandonare quella cattiva abitudine che ti stai portando dietro da molto tempo?

Fammelo sapere nei commenti oppure tramite i canali social!

A presto 😉

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